Il cascinale dei miti sussulti
di Francesco Sinibaldi

Il bagliore ridente e purpureo dell'attonito sole si diffondeva lungo le longilinee file di cipressi situati al limite della vallata,nel luogo ove terminavano di strillare frotte di passerotti abituati a vagheggiare nei pensieri di morte e tra i cumuli di ricordi cespugliosi;silenzi perpetui di una stagione giunta alla fine del cammino penetravano nel cuore del cascinale,reso ancor più emotivo dal picchiettare dei raggi battenti tra le verdicce imposte e nelle fessure inquiete della casupola,culla degli amori sbocciati e rinati come un fiorellino.
La mattina,nell'attimo dell'anelo ispiratore,splendeva come non mai,e tutti quei raggi dallo spessore illuminato come una fiamma si aggrovigliavano l'uno sull'altro per dimostrare la vivacità dei chiari fluenti oltre il ponticello,divenuto ora il luogo a cui dedicare il frutto delle sofferenze umane;essi,innamoratisi al lume di una candelina in una notte dai magici riverberi lunari,si tenevano per mano passeggiando nelle distese di campi ricolmi di mandorli in fiore,di cipressi,pini,di rose,e tutto pareva loro simile a un quadretto soffiato dalla penna di un Creatore ora scomparso,ma pur sempre vigile,ed attento alle umane aspirazioni.
Quando si separavano alla ricerca di un attimo di tranquillita'interiore tutti gli animaletti del cascinale,allo scopo di dimostrar loro fede e lealtà,inneggiavano dolci melodie provenienti dalla profondità del cuore e che si diffondevano baciando sommità scoscese di colli,e quello era l'attimo della virtù,concepita come unica musa ispiratrice delle più nobili volontà e delle caste illusioni,per ora rinate e risorte come un 'immagine tenuta repressa nei meandri contorti di un'impaurita mentalità.


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