Lamenti inutili

giugno 2002

Nel venire alla luce
prima di tutto piansi.
Non so se era dolore o gioia
ma, fu abbastanza tempo fà
che ormai non ho memoria.
L'infanzia mia, trascorse
tra sterminii ed ecatombe
che anche il tempo si contorse
Sotto il peso delle bombe.
Allora piansi.
Non potei farne a meno.
Dissero ch'ero un piagnone
e che piangevo per niente.
L'umanità non aveva
mai visto prima
ciò che nei „lager" accadeva
e l'olocausto estremo d'Hiroshima.
M'assalì il singhiozzo
e con gli occhi arrossati di pianto
sentì che dicevano:
«ma è un piagnucoloso,
piange; proprio per niente!»
Pensavo a tutta quella gente,
e ancora un bambino,
mi vomitai addosso.

Caro papà, anche tu piangesti
nel veder, la tua gente,
dalle foibe risalir i resti
ed io da piagnucolone
impenitente
non fui da meno
e piansi nuovamente.
Pianto mi prese
sulla mia pelle
per i, traditi, compagni
della colonna monfalconese.
Piansi per l'Africa
pel Medio Oriente
ma ancora, dissero,
piange per niente!
Erano inutili piagnistei
anche in settembre,
quando di lacrime
si riempirono gli occhi miei.
Piansi, però!
Ancora piansi,
senza più lacrime
per il futuro
dei giorni
miei.

Claudio Lussi


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